sabato 29 luglio 2017

IGNAZIO OLIVIERI E IL TRAGUARDO DELL'IRCCS


                              

"Sono sempre stato medico ospedaliero. Ho lavorato a Bologna al Sant'Orsola. Ma pur facendo l'ospedaliero rimango convinto che la ricerca è indispensabile giacchè rappresenta l'unica vera possibilita' di aggiornamento per dare al malato un'assistenza di qualitá, al passo con i tempi e il progredire dalla scienza.    
La ricerca è nel mio dna. Ho pubblicato 350 articoli su riviste internazionali, cosa che mi ha consentito di partecipare al concorso per professore universitario di prima fascia e di avere anche un riconoscimento della mia attivita'."
Ignazio Olivieri, scomparso ieri a causa di un male incurabile, si racconta in questa intervista che risale al 19 gennaio scorso, quando giá la malattia aveva logorato irreparabilmente il suo fisico, ma non la sua mente, sempre lucida e attenta a quella struttura costruita nel San Carlo di Potenza con impegno, dedizione e un grande amore per la scienza. 
Una intervista proiettata nel futuro. L'IRCCS, il sogno di Ignazio Olivieri, deve servire a superare il gap tra il centro e la periferia della scienza, dando dignita' all'opera di tanti medici impegnati con lui per raggiungere un traguardo importante e dignitoso per tutti. Non solo per la sanitá.

L'obiettivo  è l'IRCCS che lei sta affrontando in piena sintonia con la Regione Basilicata, le strutture ospedaliere del San Carlo di Potenza e non solo. Anche con altre realtá del mondo scientifico.

"L'obiettivo dell'IRCCS consiste proprio nel portare avanti la ricerca riuscendo a trasferirla ai pazienti per un risultato positivo dal punto di vista terapeutico. In Lombardia ci sono ben 19 IRCCS. In Basilicata soltanto uno. Il secondo istituto di ricerca e cura deve essere questo."

La reumatologia del San Carlo tuttavia ha giá ottenuto importanti riconoscimenti sul piano scientifico. L'Irel (istituto reumatologico lucano) non è cosa da nulla.

"Indubbiamente. Lo scorso anno (il 22 ottobre del 2015) eravamo a Roma al Ministero, c'era con me anche il dg del San Carlo Maglietta, a colloquio con il direttore Leonardi, la persona incaricata di selezionare e valutare la richiesta di trasformare la nostra struttura  in IRCCS. 
Leonardi chiese di potere avere nel giro di un anno i dati sulla produzione scientifica dei nostri reumatologi. Cosa che abbiamo fatto impegnando del tempo fuori dagli orari di lavoro. Abbiamo triplicato anzi la produzione. Il secondo requisito, aggiunse Leonardi, era quello di fare un bando per i ricercatori. Entreranno a far parte della struttura cinque fra medici e biologi. Alcuni medici sono stati esonerati dalle guardie per dedicarsi alla ricerca, appunto. Il quarto requisito è la disponibilitá dei locali, cosa che registra ancora dei ritardi, ma non è operazione complessa poichè si tratta di ristrutturare ambienti del Padiglione B dell'ospedale San Carlo."

Prof. Olivieri. L'obiettivo IRCCS avrebbe anche, direi soprattutto, la valenza di far compiere alla Basilicata il tanto atteso salto di qualitá proprio nel campo della scienza. E non solo evidentemente della scienza ma anche dal punto di vista del ruolo di questa regione in una dinamica nazionale e internazionale. Le sembra? 

"Infatti, il nostro scopo è di non essere più all'ultimo posto. Abbiamo capacitá e potenzialitá da mettere in campo. Certo occorrono risorse che riusciremo a reperire, sono fiducioso.
Altro aspetto importante è che noi apriamo un dipartimento regionale, con riflessi positivi sui pazienti dislocati sul territorio. Un'articolazione regionale della nostra presenza è un punto di approdo assai rilevante specie poi se si considera che abbiamo pazienti di numerose regioni italiane. Chi abita a San Severino lucano dovrebbe poter fruire di un'assistenza raggiungibile nel raggio di una cinquantina di chilometri. In questi ambulatori dovrá esserci, secondo il nostro progetto, un medico del Dipartimento che compila una cartella online, di modo che il paziente entra subito nel circuito e viene adeguatamente seguito."

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