martedì 20 giugno 2017

PETROLIO: IL MINISTERO CLASSIFICA L'INCIDENTE

                        
La conferenza stampa di Pittella e Pietrantuono (foto R. De Rosa)




Siamo ad una svolta, e su questo non vi è dubbio, nelle politiche per l'ambiente in Basilicata mentre la questione petrolio diventa non solo dominante e finisce di essere un fatto per soli addetti ai lavori, assumendo  in tal modo  la fisionomia di problema numero uno nello scenario locale e nazionale.
Francamente non è poco, con tutto ciò che un fatto del genere sta a significare sotto il profilo politico, economico, sociale.
La conferenza stampa di Pittella e Pietrantuono per un aggiornamento della situazione in atto, dopo la fuoriuscita di greggio dai serbatoi del Centro olio di Viggiano e il conseguente inquinamento del suolo, sta a significare una netta inversione di rotta rispetto al silenzio assordante dei decenni scorsi e ai vari incidenti che si sono succeduti con boati, fiamma del camino del Cova alle stelle e aria irrespirabile soprattutto per gli abitanti di un ampio comprensorio della val d'Agri.
Da tre a due: questo il mutamento nella classificazione della tipologia di incidente, che si è  verificato a marzo, in base alle valutazioni di Ministero dell'Ambiente e Ispra e ciò ai fini della legge Seveso.
In questi mesi i tavoli si sono susseguiti in Basilicata e a Roma. Gli esperti di Regione e Arpab hanno proseguito in un confronto attento e serrato con Eni, mentre si continua a vigilare sull'evolversi del fenomeno con occhi aperti, anzi spalancati.
Francamente il livello politico mi sembra vada di pari passo con il dato scientifico del costante monitoraggio di suolo, aria e acqua. Frattanto l'Arpab, l'agenzia per l'ambiente, assume una fisionomia dinamica e quanto mai attiva mentre in passato (non è difficile ricordarlo) era nè più, nè meno che una "cellula dormiente" per non dire caduta in un letargo dal quale non sembrava volersi svegliare. Anzi a scommetere che si sarebbe svegliata erano davvero in pochi.
Marcello Pittella e Francesco Pietrantuono hanno messo le ali a una vasta opera di comunicazione dell'esito dei vari contatti agli organi di stampa e all'opinione pubblica di conseguenza. Altri appuntamenti previsti a breve.
Ricordo le difficoltá per riuscire ad avere qualche dato, in un passato non lontanissimo, con una difficile opera di persuasione delle strutture del Dipartimento Ambiente per non parlare dei livelli centrali.
È significativo, inoltre, che Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale) operi in permanenza in Basilicata fornendo supporti tecnico-scientifici agli organi locali, mentre assume indiscutibile valore il fatto che il Ministero dell'Ambiente abbia nei suoi progetti quotidiani il petrolio della Val d'Agri. A volgere lo sguardo al passato tutto appare diverso. E in realtá lo è. Anche la competenza e il grado di partecipazione del responsabile dell'Ambiente mi pare sia totalmente mutato rispetto a un puro e semplice ruolo burocratico  svolto dai suoi predecessori, fino a qualche anno addietro. Con l'unico risultato di non  avere contribuito a una tutela reale di ambiente e territorio. Il che, a ben riflettere, si qualifica come una grave manchevolezza istituzionale e non solo.

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