martedì 18 aprile 2017

PETROLIO IN VAL D'AGRI, COME USCIRE DAL TUNNEL?


                                
Il Centro Olio durante l'inchiesta di un anno fa (foto R. De Rosa)
Ora si lotta contro il tempo per evitare che le perdite dei serbatoi del Centro olio di Viggiano possano determinare l'inquinamento della diga del Pertusillo e provocare un disastro ambientale di proporzioni non quantificabili, nemmeno alla luce delle peggiori previsioni. 
Al momento Eni, che ha fermato gli impianti del Cova in ossequio alle disposizioni della Regione Basilicata, non è in grado di quantificare le perdite, mentre prosegue l'attivitá di Arpab e il controllo incrociato di tutte le realtá presenti sul territorio, seguite e monitorate da Ispra e dagli organi del Ministero dell'ambiente, in particolare da UNMIG, l'Ufficio Nazionale Minerario per le Georisorse.
La Val d'Agri in piena emergenza, dunque, come si evince dalla conferenza stampa convocata da Pittella  con carattere di estrema urgenza per un aggiornamento della situazione. Alla conferenza sono intervenuti i vertici del massimo Ente territoriale. Si apprende frattanto che la Prefettura di Potenza ha stabilito un filo diretto con la Presidenza del Consiglio per ogni possibile aggiornamento minuto per minuto circa l'evolversi della situazione.
Ore difficili in cui Eni è chiamata a una strenua mobilitazione. A quanto è dato sapere, si cerca di mettere a punto un piano strategico per produrre un risultato tangibile in questi novanta giorni del fermo degli impianti.
Fin qui la cronaca di una giornata  convulsa in cui peraltro sono state rinviate a giudizio 47 persone e 10 societá nell'ambito dell'inchiesta della magistratura del 2016 sulle estrazioni di petrolio in Basilicata e sul presunto traffico di rifiuti. 
Alcune riflessioni appaiono a questo punto inevitabili. 
Dato l'ammontare del primo stanziamento di un miliardo, tre milioni e 961 mila euro con cui l'Eni mise mano, sul finire degli anni Ottanta, al progetto di "sviluppo olio" Val d'Agri, mi chiedo perchè mai non si sia badato a predisporre un rigoroso programma di salvaguardia ambientale in grado di garantire sin dall'inizio la sicurezza dei luoghi, degli abitanti e la tutela dei livelli occupazionali.
Il versante politico non lascia adito a dubbi. Oggi la Regione mostra un grado di consapevolezza e di responsabilitá a garanzia dei cittadini e del territorio davvero senza precedenti. Immaginate se il lasciar correre, la sottostima delle questioni in piedi e un buon grado di superficialitá avessero preso il posto del dinamismo con cui è stato aggredito il problema della  contaminazione ambientale, delle acque di falda e dell'atmosfera. Certo le conseguenze non sarebbero state di poco conto. 
Il Governo regionale affronta oggi la vicenda petrolio come non è accaduto mai. Sapendo bene che gli scenari dell'occupazione sono la risultante di un'analisi complessiva del rapporto ambiente-sviluppo destinato ad avere significativi riflessi su tutto. Ambiente- sviluppo: un binomio da non potersi scindere per nessuna ragione che impone il massimo della sinergia a tutti i livelli. Le polemiche non servono e non pagano. Il chiacchiericcio meno che mai.

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