giovedì 23 marzo 2017

BERSAGLIO EUROPA: terroristi, black bloc, disfattisti, antieuropeisti in azione



Chi avrebbe mai immaginato che, sessant'anni dopo i Trattati di Roma, l'Europa diventasse vittima di un folle terrorismo senza frontiere, intenzionato a spargere sangue ovunque, in questo o quell'angolo del mondo? 
L'Europa era apparsa subito come un valore aggiunto per le intese tra i vari membri e per la forza delle sue idee. Soprattutto questa che non è solo un dato economico o una scelta politica, ma rappresenta una spinta verso il raggiungimento di ulteriori, importanti traguardi. 
L'idea di una Europa unita era considerata dai padri fondatori come il motore di un nuovo sviluppo, di una nuova coscienza, di una nuova consapevolezza internazionale. Un patrimonio di grande valore che oggi si cerca da più parti di  indebolire se non di distruggere. O, meglio, di rendere inutilizzabile in nome di assurdi nazionalismi e di pretestuose difese di una identitá che l'Europa esporrebbe a seri rischi.
La necessitá tuttavia di adeguare la UE alla dimensione e ai bisogni dei popoli appare non più rinviabile, con uno sforzo, non solo solidaristico, quanto concreto ed efficace nel giorno per giorno.
"No a documenti pieni di parole vuote. E prima di ragionare su velocitá, si stabilisca la direzione da seguire." Lo dice a voce alta Gianni Pittella, presidente dei socialisti e Democratici del Parlamento europeo.
Un monito per i capi di Stato e per i Paesi aderenti che in questi giorni celebrano il Sessantesimo dei trattati di Roma.
L'Europa che vogliamo non è esattamente questa. Non vi è dubbio. Occorrono ancora molti sforzi, molto impegno prima che l'Unione sia davvero nei fatti uno strumento utile, anzi indispensabile, di progresso e di crescita. Uno strumento di sicurezza in un mondo assediato dalle guerre e dalle minacce incombenti di una crisi dai mille risvolti, con i migranti che premono alle nostre porte poichè sono spesso scacciati e messi al bando da altri paesi.
"No a documenti pieni di parole" sottolinea dunque Pittella e il richiamo appare quanto mai concreto e opportuno. Se l'Europa di oggi e di domani non nasce da una volontá comune dei popoli e delle nazioni, l'obiettivo rimane soltanto una semplice enunciazione di principi lontana dalla realtá. 
Certo, gli scenari che si presentavano nel 1957 agli occhi dei padri costituenti erano ben diversi da quelli attuali: problemi di ben altra natura in una societá internazionale che si lasciava alle spalle l'incubo di due guerre e che mirava a ricostruire una civilitá sulle sue stesse macerie. 
Oggi invece invochiamo l'Europa poichè ci rendiamo conto che essa non è presente per molti versi nella terribile vicenda delle migrazioni dai paesi dell' Africa. Ormai un fenomeno che non si arresta. E qui emerge anche, in modo prepotente, un problema di corretta informazione che manca. 
Bisogna dare atto a Giorgio Zanchini di un impegno non comune per aggiormare, informare, suscitare un confronto politico e mediatico  con delle vere campagne informative nel corso della trasmissione di Radio Uno Rai, Radio anch'io. Trasmissioni documentate, pluraliste, colte. Esattamente ciò di cui l'opinione pubblica necessita per potersi pronunciare efficacemente sull'Europa di oggi, a sessant'anni dai Trattati di Roma. 

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