lunedì 21 novembre 2016

SENISE, CITTA' LABORATORIO


                       
Senise - la Collina Timponi oggi (foto R. De Rosa)
      

La frana della collina Timponi che trent'anni fa provoco' otto vittime a Senise, in Basilicata, ora assume tutto il rilievo di un evento destinato ad avere riflessi, non solo sulle comunita' locali, quanto in campo regionale se non addirittura in ambito ben piu' vasto. E ad assumere un peso scientifico tutt'altro che irrilevante.
Il convegno organizzato a Senise, per iniziativa della locale amministrazione comunale e del CNR, con il sostegno della Regione stessa,  rappresenta un punto fermo per andare oltre l'evento, in modo da considerare i grandi sconvolgimenti  dell'ambiente come un dato di partenza per mettere in moto nuovi meccanismi di protezione e sviluppo urbanistico, di crescita economica. La stabilita' dei centri urbani coincide, non a caso, con la crescita. Quando non esiste, l'assenza di sicurezza finisce per essere un enorme impedimento e finanche un rischio.
Il convegno non va inteso, dunque, come un semplice ritorno sull'argomento frana, trent'anni dopo, ma e' da considerarsi una proposta perche' scienza e scelte politiche possano incontrarsi e rappresentare un tutt'uno.
Data la straordinaria portata dell'evento di quel 26 luglio e le sue conseguenze catastrofiche, la Collina Timponi, oggi consolidata, e' un dato di fatto perche' Senise possa essere a tutti gli effetti una citta' laboratorio, un punto di analisi e osservazione scientifica delle frane e di tutto cio' che attiene al discorso sulla stabilita' dei luoghi, anche in caso di enormi calamita' naturali quali i terremoti che continuano a investire il Centro Sud dell'Italia: questa riflessione cade nell'anniversario del 23 novembre,  del sisma dell'Irpinia e della Basilicata, di cui abbiamo tutti ben presente il ricordo, quelli che c'erano e quelli che soltanto ne hanno sentito parlare.
Si puo' vivere in questo Paese, mi chiedo, con il terrore che le forze della natura possano cancellare da un momento all'altro tutto, uomini e cose, senza risparmiare davvero nulla? Certamente no. 
Sicche' una realta' come Senise puo' aspirare a pieno titolo a diventare un  centro di monitoraggio e di riferimento nel quadro di un'azione di ampio respiro per il controllo, d'intesa con altre realta', del grado di consolidamento degli abitati. Un'opera davvero ciclopica che fu indicata come l'unica soluzione possibile nel dopo terremoto e nella ricostruzione successiva al sisma dell'80.
Anche perche' questa terra, cosi' duramente provata dalla frana del 1986, e' stata al centro dell'attivita' di universita' e singoli ricercatori a lungo impegnati sul tema della enorme voragine e delle conseguenze proiettate nel futuro. 
Una svolta del genere andrebbe oltretutto a valorizzare il lavoro del sindaco Castronuovo e della sua amministrazione, impegnata da tempo sul versante della sicurezza dell'abitato per un'adeguata sistemazione del territorio intesa come uno sbocco di cio' che accadde trenta anni fa.  

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