venerdì 18 novembre 2016

COLDIRETTI, FORTE IMPEGNO PER L'AGRICOLTURA LUCANA



                                
                     Francesco Manzari Dir. Coldiretti Basilicata


Sono i giovani i veri protagonisti di una tendenza ormai abbastanza consolidata nel Mezzogiorno che li vede al centro di un ritorno all'agricoltura. 
Coldiretti sottolinea questa notizia destinata  indubbiamente a suscitare molto interesse, mentre la crisi sembra dileguarsi e il settore primario ritorna a rappresentare  una speranza. Una speranza vera, non certo una semplice illusione per tanti. Un lavoro naturale, tradizionale destinato però, più di altre attività, ad avvalersi di una modernizzazione capace di trasformare davvero tutto: dalle tecniche delle coltivazioni alle logiche di mercato. Ai mutamenti del gusto dei consumatori. Insomma, un universo con le sue mille peculiarità e le sue caratteristiche spesso sorprendenti.
Coldiretti sottolinea dunque la scelta di tanti giovani interessati, soprattutto al Sud, a ritornare ai campi non come soluzione di ripiego. Ma come una scelta consapevole e ponderata. 
Francesco Manzari, direttore Coldiretti Basilicata. Come interpretare questa tendenza?
"Diciamo che tutto e' partito dalla crisi. Una crisi etica, non solo economica. Ma poi sono state intraprese varie iniziative , al Nord come al Sud. E cosi' ci si e' resi conto che occorreva valorizzare al massimo non un'agricoltura qualunque, ma un'agricoltura giovane, dinamica. Un'agricoltura green, per intenderci. Peraltro sono stati offerti degli strumenti validi. Quest'anno abbiamo celebrato il quindicesimo anniversario della legge di orientamento che ha dato una speranza concreta a tutti coloro che hanno in animo la volonta' di trasformare la loro attivita' in un'attivita' multiforme, diversamente orientata. Chi produce agrumi o anche della frutta puo' mettere in piedi un'attivita' commerciale. Puo' produrre succhi di frutta e venderli, ad esempio. In definitiva un'agricoltura del futuro. Queste  attivita' connesse non vengono tassate, come nel commercio, ma vengono equiparate all'agricoltura: ecco il dato che ha incoraggiato i giovani, soprattutto nel Meridione."

La Basilicata appare vocata per questo tipo di trasformazioni, per cosi' dire.

"Indubbiamente. Le diverse forme di attivita' rurali (metapontino e lavellese da un lato e dall'altro le aree montane e appenniniche) hanno creato percorsi opportuni e praticabili. Ovviamente diversificati."

Oggi si parla di un turismo rurale di tutto rilievo, non solo di agriturismo.

"Non vi e' dubbio. Il mercato apre a una multifunzionalita' che ora sta assumendo anche la caratteristica di un evento degno di rilievo.
Le fattorie sociali, che sono la vera innovazione,  ospitano non solo anziani, ma anche persone diversamente abili. Cosa che consolida l'apertura del mondo agricolo alla societá civile. Un grande risultato che intendiamo rilanciare e consolidare."

A che punto e' il processo di espansione verso nuovi mercati di cui  l'agricoltura lucana ha stretta necessita'. 

"Diciamo che i risultati non sono ancora incoraggianti perche' in Basilicata manca l'idea concreta di associazionismo, di cooperazione attiva.
Il passo importante in questo senso e' il riconoscimento che la Basilicata sta ottenendo, specie con le nuove imprese, per l'ortofrutta e il latte. 
Abbiamo conquistato fette importanti del Nord con la fragola e le clementine. Bisogna sviluppare con i prodotti e la loro diffusione un interesse a venire in Basilicata per una forma di conoscenza diretta anche del gusto. Campagne e sapori sono un'unica realtá, non vi è dubbio. 
Il Trentino non si trova a Roma. Per conoscerlo bisogna andare in quella regione. Cosí per conoscere direttamente la Basilicata bisogna venire in Basilicata, altrimenti e' una conoscenza monca, parziale."  

I giovani si lasciano guidare soprattutto dalla produttivita', dall'efficienza, dal grado di modernizzazione dell'agricoltura: il che corrisponde alla capacita' di produrre reddito. Il contrasto tra aree forti e aree deboli lucane e' a tutto svantaggio di queste ultime, alle prese con una marginalita' quasi endemica.

"Molto spesso il PSR non risponde alle esigenze di chi vive nelle aree marginali. In questi giorni abbiamo a lungo discusso della possibilita' di integrare il reddito di chi vive nelle zone meno fortunate con quella che viene definita indennita' compensativa, un premio a chi vive nei parchi o nelle zone svantaggiate. A fronte di una domanda pari a circa 18 milioni di euro la disponibilita' ammonta a circa 5 milioni. Ecco cosa scoraggia i giovani. 
C'e' piuttosto un altro discorso da fare. Una impresa agricola, che si occupa della tutela e della manutenzione del territorio, non puo' assolvere, mi chiedo, anche ad altri compiti di natura prettamente sociale? La fattoria didattica puo' essere un luogo per diversificare l'agricoltura, trovare occasioni di crescita, attrarre i giovani. Indubbiamente si. E sarebbe questo un grande volano."

Il sindaco di San Severino lucano, Francesco Fiore, pone in questi giorni l'accento su un problema di grande attualita'. Vale a dire i servizi, le infrastrutture e tanto altro da mettere in piedi per migliorare le condizioni di vita delle aree rurali.

"Strade, acquedotti e altro ancora sono elementi fondamentali a cominciare dai collegamenti per raggiungere localita' a elevata piotenzialita' agricola, spesso non compiutamente espressa proprio a causa di queste difficolta'. 
La qualita' della vita nelle nostre campagne e' un dato essenziale. Ci sono beni imprescindibili, che spesso sottovalutiamo. Il messaggio del sindaco di San Severino ha il suo valore ed è da considerarsi un obiettivo imprescindibile.
A Natale faremo una iniziativa a Matera per far conoscere storia e tradizioni. Una  esposizione di tutti i pani della Basilicata per  coinvolgere i giovani, avvicinarli alla vita reale. E al valore delle tradizioni. Un bagaglio importante, capace di determinare delle svolte e di aprire vasti orizzonti.

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