giovedì 20 ottobre 2016

IL PERCORSO A OSTACOLI DI FRANCESCO PIETRANTUONO


                              
               La conferenza stampa di  Pietrantuono (foto R. De Rosa)


Ci si interroga spesso, fin troppo spesso, sul rapporto ambiente salute soprattutto alla luce delle ultime vicende, non solo giudiziarie, che vedono la magistratura lucana in prima linea su questo fronte decisamente surriscaldato. C’è da augurarsi intanto che non sia un interesse occasionale, mi sembra ovvio. 
Il trinomio rifiuti, nucleare, petrolio rappresenta in sé un percorso a ostacoli per il neo responsabile dell’Ambiente in Basilicata, Francesco Pietrantuono, melfitano, attratto da una programmazione che metta insieme le cose della politica e gli interessi del territorio, cultura compresa. Nulla da eccepire, al riguardo. 
Pietrantuono sta in queste settimane esplorando una serie di argomenti che vanno dal ruolo dell’Arpab (l’Agenzia per la tutela ambientale) alle molteplici funzioni dell’Ispra, alle linee del Ministero, senza dimenticare i mille problemi del giorno per giorno.  
L’assessore è nel pieno del percorso, come dimostrano le sue conferenze stampa, che tuttavia non hanno sfiorato ancora il capitolo del nucleare, non certo semplice da affrontare, se si considera che la sfida è tutta incentrata intorno alla questione ITREC, alla sua storia recente e soprattutto remota. 
L’ITREC è l’impianto per il trattamento e il riprocessamento del combustibile nucleare, presente nella Trisaia di Rotondella sulla costa jonica tra Basilicata e Calabria, impianto che un ufficiale dei carabinieri definì fuorilegge, nel quadro dell’inchiesta condotta dal Procuratore dell’epoca Nicola Pace.
Dal clamore di quegli anni si è passati ad un silenzio pressochè assoluto, mentre in gioco c’è la bonifica dell’area che la Sogin – la società incaricata della messa in sicurezza del nucleare in Italia – ha annunciato di voler riportare a “prato verde”. Impresa ciclopica grazie anche alle barre di combustibile esausto custodite in Trisaia e provenienti dalla centrale americana di Elk River (che gli Usa non gradiscono avere in casa loro) nonostante alcuni trasferimenti notturni avvolti dal mistero.
Lo scenario, in linea generale, appare molto movimentato in casa lucana da quando il nuovo direttore dell’Arpab, Iannicelli, ha deciso di trasformare  questo organismo da silente, quale è stato da sempre, a struttura attiva  e oltremodo dinamica anche in seguito ad un protocollo d’intesa che coinvolge Regione e Ispra. 
Strada tutta in salita non solo per difficoltà obiettive quanto per la natura stessa delle questioni in campo. 
Il Dipartimento Ambiente – che il giudice Dino Collazzo rifiutò ringraziando Pittella per la cortese offerta – è un campo minato in tutti i sensi. 
Il nucleare non è l’unica emergenza. Il petrolio preme  eccome, con i nuovi tentativi di ricerca e di estrazione destinati a preoccupare non solo la Basilicata quanto alcune grandi regioni del Mezzogiorno, Puglia in testa. Premono i rifiuti in una regione che non ha ancora una rigorosa raccolta differenziata e meno che mai impianti di compostaggio. 
Sicchè Pietrantuono ha di che occuparsi, mentre i suoi costanti rapporti con tecnici, esperti di alto livello, consiglieri ministeriali, amministratori di tutto rilievo non servono a ridimensionare la portata delle mille questioni. E non lasciano immaginare soluzioni possibili, non dico a portata di mano, nonostante il suo febbrile lavoro ispirato dai migliori propositi. Non danno ancora l'idea di una svolta non solo necessaria, ma inevitabile in ogni caso.
Gli accertamenti in corso sugli abitanti delle aree vicine al Centro olio di Viggiano e di quanti risiedono in zone più lontane giungono ventisei anni dopo l'avvio delle attività di "Sviluppo olio" e di "Sviluppo gas" (la terminologia è dei tabulati interni all'Eni) che costarono un miliardo tre milioni e novecentosessantunomila euro al cane a sei zampe. Certo, importante partire!     

Nessun commento:

Posta un commento