sabato 20 agosto 2016

"SE PROIBISCONO IL BURKINI NON ANDRÒ PIÙ AL MARE"


                              

L'intervista al Corriere.it della ragazza marocchina che vive a Firenze sul tema, ormai dominante, del burkini sulle spiagge mette in risalto questioni forse finora fin troppo taciute se non, addirittura, evitate o esorcizzate. Una in particolare: qual è il grado di libertà, realmente attuata e vissuta, nella societá del nostro tempo. Una societá che si proclama multietnica (il riferimento è all'Europa) e poi scade in una serie odiosa di dubbi, di sospetti, di veti addirittura.
Non a caso Nesrine, nata a Firenze da genitori marocchini, pone il problema non tanto sul piano religioso, quanto sotto il profilo di una cultura che induce a proteggere il proprio corpo e a non esibirlo con la stessa facilitá alla quale l'Occidemte ci ha abituati. Questo in sintesi il punto di vista della ragazza.
Se dunque il burkini è una questione di cultura non capisco perchè non debba essere rispettato in questo Occidente in cui le mode le più disparate e meno comprensibili continuano ad affacciarsi sulla scena del quotidiano. Disturba il velo al mare, ma non in terra ferma. Perchè? Francamente una motivazione logica sembra difficile da trovare se non sul terreno minato delle contrapposizioni a tutti i costi e delle scelte destinate a suscitare odio e violenza, in un clima in cui difendersi dall'odio e dalle lotte, non solo ideologiche, sembra essere diventata un'esigenza imprescindibile e un bisogno per vivere. Si per vivere se non per sopravvivere, giacchè guerre , lotte di religione, contrasti di ogni genere popolano questa parte del pianeta che proclama di aver toccato il livello più alto di cosiddetta civiltá. 
Sicchè ha ragione il Ministro dell'Interno, Alfano, quando mette in guardia dalla pericolosità di nuove barriere e di steccati sempre più rischiosi in una situazione in cui mille integralismi minacciano tutti, nessuno escluso.
In questo periodo di metá agosto è stato consigliato a un mio amico che risiede a Dubai di spostare la visita ai suoi familiari in Italia perchè considerata a rischio a causa delle mille tensioni che minacciano gravemente la sicurezza, tra Siria, Emirati Arabi e tante altre realtá. Così manca l'ossigeno e se poi si sente dire a una ragazza marocchina "non andrò al mare se proibiscono il velo sulla spiaggia" beh, a questo punto possiamo dire di aver toccato il fondo.
Forse non ci si rende conto, ma saltano in tal modo secoli e secoli di storia sul cammino impervio che ci ha portati verso una modernitá per la quale il prezzo oggi sembra essere non certo irrisorio. Per tutti. Modernitá che coincide con lo sviluppo della scienza e della tecnologia, e fin qui non si può non essere d'accordo ad accettarla e  considerarla come un fatto di sicuro progresso. La scienza sovrasta tutti. Fa vivere infatti una dimensione autentica mentre allontana lo spettro delle differenti opinioni, spesso opposte e in antitesi ed è un indicatore infallibile del grado di progresso. 
C'è di più, in ogni caso. Il sovvertimento di vecchie e nuove regole porta a trasformarci tutti nell'altro di cui tanto si parla. L'altro è oggi il profugo. Ma l'altro siamo o possiamo diventare tutti noi. Ciascuno, nessuno escluso. Quella figura, non ben definita, che chiede di essere compresa, accettata, condivisa. O rispettata secondo i canoni di una tolleranza autentica e autenticamente vissuta di cui purtroppo si vanno perdendo le tracce.

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