mercoledì 24 agosto 2016

"IL CUORE GRANDE E GENEROSO DELLA PROTEZIONE CIVILE"



                               
   La Protezione civile salva un uomo ad Amatrice (foto da Internet)

Il dato che francamente rincuora, nel panorama segnato dalla tragedia del terremoto tra Lazio e Marche, è la gara di solidarietà verso le popolazioni colpite, esattamente come accadde più di trent'anni fa per la Basilicata e l'Irpinia. 
Una corsa a tendere la mano a chi è in ginocchio che vede oggi la Basilicata in prima linea.  Non poteva essere altrimenti, giacché i lucani hanno ancora negli occhi i segni di una tragedia che non si cancellerà mai: quella del 23 novembre 1980. 
Le macerie, i corpi estratti, i soccorsi e il tentativo di restituire alla vita tante persone ferite. Oggi come ieri. Un ricordo indelebile che riporta alla mente immagini scolpite ormai nel cuore, a cominciare dalla chiesa di Balvano, dove ci furono decine di vittime, quella sera alle 19,34.
Amatrice come la Basilicata, un triste gemellaggio che riporta tuttavia alla mente la parola d'ordine del dopo 23 novembre: il consolidamento degli abitati considerato inevitabile per scongiurare il ripetersi di tragedie che fanno perno anzitutto su un tessuto abitativo malsano, fatiscente, invecchiato nel tempo e senza manutenzione idonea.   
Una sorta di trappola mortale che non si riesce a neutralizzare nonostante i piani di salvaguardia di alcune regioni e l'impegno di  organi preposti a dare concrete garanzie al territorio. 
Putroppo mancano politiche nazionali di prevenzione e c'è da augurarsi che il terremoto delle Marche sia in grado di svegliare la progettualitá della politica per mettere in piedi un piano di sicurezza degli edifici e del suolo. Un piano che non sia affidato soltanto alla libera scelta di comuni e regioni, ma risulti direttamente collegato al grado di sismicitá del territorio, un elemento non certo opinabile.   
Questo era tra l'altro l'auspicio di un gruppo di ricercatori dell'Universitá di Napoli che pubblicarono, all'indomani del 23 novembre, uno studio per dare una sterzata alle scelte in favore della sicurezza del suolo e degli edifici. Appello caduto purtroppo nel vuoto, indagine scientifica archiviata come tante altre.
La protezione civile con i suoi volontari sta dando anche in questa circostanza una dimostrazione tangibile del suo straordinario impegno. Un impegno che non ha prezzo. Non ci sono infatti parole per definirlo e nè appare possibile illustrare il sacrificio di questi uomini e donne  chiamati a dare sè stessi senza risparmiare neppure una briciola della loro energia. Il Presidente del Consiglio, Renzi, ha usato una frase che illustra il valore dell'impegno dei volontari: "il cuore grande e generoso della Protezione civile". Grazie angeli custodi!
  

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