martedì 30 luglio 2013

AVVOLTA DAL MISTERO NUCLEARE L'OPERAZIONE DEL 28 LUGLIO IN TRISAIA





Un perfetto blitz alle 3 di notte, del 28 luglio 2013, con mezzi che entrano ed escono dal sito nucleare della Trisaia di Rotondella, sulla costa Jonica lucana, sotto gli occhi spalancati di centinaia di uomini delle forze dell'ordine.
A nessuno viene il dubbio che dieci anni dopo quel 27 novembre 2003 (la vittoria dei lucani contro l'idea del Governo del deposito unico di scorie radioattive a Scanzano) qualcuno abbia realizzato il vecchio progetto della Basilicata pattumiera nucleare d'Italia? Per giunta senza dare a nessuno dei centomila lucani la possibilitá di organizzarsi minimamente per ripetere l'esperienza di quella  vasta mobilitazione di popolo.
Non si tratta di una semplice ipotesi, ma di una constatazione alla luce degli eventi. Il collegamento con l'aeroporto militare di Gioia del Colle, da dove i mezzi blindati sono partiti e dove erano diretti la notte del 28 luglio, lascia intendere che un disegno di ben più vaste proporzioni potrebbe essere già compiuto nel silenzio generale delle istituzioni e senza suscitare alcun clamore con strategie perfette.
Oggi, rispetto al 2003, esistono tutte le condizioni di sicurezza per motivare una scelta del genere: rispetto a ieri sul sito nucleare di Rotondella c'è il segreto di Stato che avvolge tutte le operazioni legate alla Trisaia e non solo. Del resto, prima ancora di Scanzano, gli sguardi erano rivolti all'area che ospita da decenni l'impianto Itrec (la zona di riprocessamento del combustibile nucleare) dove tranquillamente, a detta di alcuni, si sarebbe potuto realizzare il deposito unico nazionale per le scorie radioattive.
Lasciando da parte per un attimo questa ipotesi estrema, occorre tuttavia rilevare che l'operazione del 28 luglio ha un peso estremamente rilevante e non può essere considerata come una semplice iniziativa di bonifica del sito nucleare lucano. Sarebbe finanche encomiabile una scelta del genere. Ma così certamente non è. La gran mole dei lavori, condotti in un clima di assoluta riservatezza nel recinto Trisaia, vanno ben oltre il cronoprogramma illustrato da Sogin, subito dopo la vicenda di Scanzano. Non solo. Ma tutte le operazioni condotte da diversi anni disegnano progetti di ben altra portata rispetto all'ipotesi del prato verde, sulla quale si è più volte soffermato anni addietro un'autoritá come Carlo Jean, a suo tempo numero uno di Sogin.
Insomma, i conti tornano tutti, nel senso di uno spostamento netto dell'asse o dell'ipotesi della semplice bonifica del sito della Trisaia che potrebbe rientrare, giá oggi, in una nuova dinamica di rapporti internazionali, in ordine alle oscure vicende del nucleare. E non è escluso che la misteriosa operazione del 28 luglio possa rientrare in questa ottica.

lunedì 29 luglio 2013

APPUNTAMENTO A CRACOVIA NEL 2016





Dopo Rio, Cracovia. La giornata mondiale della gioventù si trasferisce in Europa, nel 2016, nella terra di Giovanni Paolo II, un pontefice tanto vicino a Papa Francesco da rappresentare ben di più di un semplice tratto di unione. Di un collegamento ideale. Un'altra colonna chi si aggiunge all'universo del Santo Padre argentino, in una comunione di  di intenti destinata ad aprire le porte della Chiesa all'umanità intera.   
La Gmg si qualifica, dunque,  come un evento di proporzioni planetarie, poichè sottopone agli uomini del mondo figure autentiche e imprescindibili di rappresentanti del Cristo in terra, capaci di predicare sul serio amore, fratellanza, solidarietá.  E soprattutto una grande umiltá, nel tempo delle tecnologie e della scienza, inclini spesso a dimenticare che l'uomo,  con il suo ingegno, deriva da Dio. Non certo dalla  materia. 
Il filo che lega le due personalità della Chiesa del nostro tempo è ispirato a questo formidabile salto di stile e di qualità nei fatti del giorno per giorno. Francesco, come Giovanni Paolo, vive le folle assetate di giustizia, di santitá: di quella santitá  con abiti umili e laceri, indossata senza sfarzo, legata a un desiderio di pace e ad una vitalitá piena di gioia. 
I giovani della Gmg hanno vissuto infatti queste giornate con la gioia di chi conquista la vetta e si entusiasma  per la sua impresa. Con slancio e ardore. Ingredienti capaci di affrontare i problemi del mondo e di dare risposte precise anche alle questioni più difficili e complesse. Dal lavoro alla famiglia. Al domani. 
Francesco è il domani. Non solo l'oggi. È l'evoluzione del pensiero e della predicazione: rappresenta la mente suprema capace di accogliere in sè le istanze del mondo. Di aiutare ciascuno a trovare delle risposte. A vivere avendo presente il cammino del Cristo e la sua Resurrezione. 

mercoledì 24 luglio 2013

PARCO DELL'APPENNINO: DE FILIPPO NON SI TIRA INDIETRO E ANZI GUARDA FIDUCIOSO AL FUTURO



Tra i Parchi dell'intero Sud, l'Appennino si distingue per delle scelte finora abbastanza inedite che hanno come obiettivo primario quello di attrarre un turismo di qualità e far conoscere l'area protetta ben oltre i confini del Mezzogiorno. Non un turismo qualunque, ma visitatori motivati, gente che ha interesse per la natura e si impegna pertanto non solo a rispettare l'ambiente, quanto piuttosto a frequentare in maniera idonea località di assoluto pregio e a divulgare con il passa parola bellezze, interessi e peculiarità della zona. Che non sono certo poca cosa.
Per fare questo il più giovane dei Parchi nazionali italiani ha scelto una gran mole di strumenti comunicativi (illustrati nei dettagli in conferenza stampa) e una quantità di operazioni, in grado di imprimere nel cervello di tutti  l'esigenza di conoscere  passato e presente, storia, arte e costume di luoghi meravigliosi, come le cime rocciose del complesso Sirino Papa, o le grandi e incantate pianure della valle solcate da fiumi e torrenti ricchi di acqua e di passato. Il primo acquedotto dell'Agri, ad esempio, sul quale sta studiando l'universitá della Basilicata, è diventato un monumento della storia da far conoscere anche ai non addetti ai lavori.
Lanciare il Parco nazionale dell'Appennino è  una scommessa per il gruppo dirigente, ma anche per chi, lavorando in silenzio e magari dietro le quinte, ha assunto l'avventura del Parco come una sfida personale vera e propria. È il caso di Simona Aulicino, brillante funzionario del Parco, naturalista per vocazione, ma anche di altre persone che guardandosi intorno hanno  ben compreso  un particolare non da nulla: l'Appennino è davvero una risorsa da mettere a frutto contro le tante crisi, contro lo spopolamento delle aree interne e anche per tenere a bada le trivelle del petrolio che sorgono come funghi qua e là, quando meno te l'aspetti.
Al tema prioritario della comunicazione, in generale, e alle varie strategie ad esso collegate, forse bisogna dedicare qualcosa di più di una conferenza stampa: magari un convegno che Legambiente nazionale seguirebbe con il suo  Antonio Nicoletti, responsabile delle aree protette che ha tenuto una lunga relazione nel corso della conferenza.  È un'idea possibile.
Oltre al portale turistico e ai vari strumenti tecnologici, il Parco dispone di una Rivista on line che vuole essere una proiezione all'esterno (non solo in Italia) delle tante attività messe in cantiere  in questi mesi. Lo scopo è quello di instaurare un rapporto diretto con quanti hanno interesse per la natura, e non solo con le istituzioni. C'è attesa per un numero monografico della Rivista dedicato alla biodiversità che dovrebbe vedere la luce a breve con un   contributo del Presidente Domenico Totaro e una sorta di originale approfondimento da parte di alcuni specialisti dell'ateneo lucano:  si parla di  biodiversitá come del migliore dei mondi possibili che il progresso però sta distruggendo senza pietá, anche nella mitica Basilicata. La terra dei boschi e degli antichi silenzi.
La ripresa di settembre vedrá il Parco impegnato in una serie di importanti iniziative, è stato annunciato. Il direttivo da mettere a punto, ma anche la Comunitá sono gli strumenti  che contribuiranno a fare della giovane area protetta un forte elemento di spinta per lo sviluppo possibile. Lo ha detto lo stesso Presidente della Regione Vito De Filippo, lasciando intendere che la Basilicata ha fatto una scelta precisa: quella di considerare i parchi un elemento di svolta. Staremo a vedere.

lunedì 22 luglio 2013

ONDA LIBERA SULLE TERRE DELLA MALA




In  Basilicata, sul litorale Jonico, nella terra che era stata destinata a pattumiera nazionale dei rifiuti radioattivi, vede la luce Onda Libera, la prima spiaggia della legalitá su un territorio sottratto finalmente al predominio delle mafie e della malavita.
Cerimonia semplice ma altamente significativa l'inaugurazione di questa spiaggia in cui democrazia e libertá di pensiero saranno d'ora in poi l'antidoto della delinquenza organizzata. Il segno distintivo dell'azione di Libera guidata da don Marcello Cozzi, tra i pochi ad avere concretamente davanti agli occhi l'immagine di una regione definita "isola felice" dove si spara poco, pochissimo ma ci si muove molto per raggiungere obiettivi largamente prefissati. Una regione in cui c'è usura e malaffare. Corruzione e altro ancora. 
Sul litorale Jonico, più di venti anni fa, si cominciarono ad abbattere le strutture abusive costruite sul mare dai personaggi della mala e a lungo tollerate con silenzi incomprensibili. Purtroppo. Spettacolo indecente, quello che ogni volta faceva da sfondo al lavoro delle ruspe che demolivano mura e baracche tenute in piedi da una complicità impensabile. Grande spiegamento di forze, ogni volta, sin dalla notte e dai giorni che precedevano le demolizioni. Ho ancora nelle orecchie le minacce e le urla di una donna dei boss all'indirizzo di poliziotti e carabinieri, definiti figli di p. e altro ancora e invitati a farsi avanti, se avessero avuto coraggio. Sulla spiaggia di Policoro arrivarono finanche i Vigili del fuoco. La donna minacciava di far saltare tutto in aria, incendiando le bombole di gas,  se le demolizioni fossero andate avanti. 
Spettacolo  assurdo per un Paese impegnato sul cammino della democrazia.
Onda Libera non è solo un sito, un luogo della legalitá, una terra dove vive il senso del rispetto delle leggi in una societá più giusta e responsabile. E' soprattutto un richiamo al senso di giustizia e ad una diversa cultura del nostro tempo. Abituarsi a non accettare il malaffare è un dato imprescindibile per dare una sterzata alle relazioni sociali e al modo di essere dei cittadini di una terra che reclama davvero una svolta. 
Onda Libera è un monito per la politica e le istituzioni, un invito a rinunciare al compromesso e a mettere in prima linea la trasparenza. 
Un monito in vista del rinnovo del Consiglio regionale della Basilicata, in un clima non proprio facile. In una situazione in cui la politica deve essere punto di riferimento per l'intera comunitá e non solo per i potenti di turno. Per chi il potere lo usa a danno degli altri con mille sotterfugi, più o meno legalizzati.   

sabato 13 luglio 2013

MATERA NON PUÒ "CHIUDERE" PER CRISI




 Non esiste alcuna ragione valida, nè un giustificato motivo per cui l'edizione 2013 delle Grandi mostre nei Sassi di Matera sia sospesa. Con il rischio che l'importante evento sia abolito e forse cancellato definitivamente  dalla mappa delle iniziative di livello internazionale, che significano prestigio e futuro.
S'interrompe  una tradizione di tutto rilievo e si apre una finestra su una scenario negativo che pone in second'ordine la cittá lucana: per Matera è come se la storia della cultura e dell'arte si fermasse improvvisamente, con tutte le conseguenze possibili.
Peraltro l'unica ragione alla base di questa scelta, della quale si sente parlare ormai in vari ambienti, risiederebbe nelle difficoltá determinate dall'incalzare della crisi in grado di spazzare via migliaia di posti di lavoro, ma anche prestigiose testimonianze di una cultura non soltanto enunciata. Ma vera e concreta. Per giunta legata al passato  di quella realtà che merita di diventare una meravigliosa vetrina internazionale. Non solo per gli appassionati di arte o  per il popolo di Matera e della Basilicata, ma per l'intero Paese.
Lo stop alle Grandi mostre nei Sassi è per giunta una sberla  alla cittá che si sta preparando a competere per ottenere il riconoscimento di capitale europea della cultura. È come se si volesse togliere l'ossigeno a una creatura in grado di dare smalto e nuova linfa a un intero popolo nel momento stesso in cui ci si accinge a fare passi da gigante, in una dinamica tutt'altro che localistica.  
Peraltro non sono ancora chiari e definiti i contorni "politici" dell'iniziativa che ha improvvisamente tagliato importanti risorse. La crisi di cui si parla da anni ormai,in questo caso, non potrá non avere pericolosi risvolti sul futuro. Non solo sull'occupazione e lo sviluppo. 
Un dato è certo: Matera non può chiudere, non può retrocedere dal suo ruolo. La sua vitalitá  non dovrá essere soffocata. Il suo destino non potrá essere irrimediabilmente compromesso. Sicchè c'è da attendersi una vigorosa reazione, una risposta decisa delle istituzioni, della politica. Della cultura prima di tutto per ripristinare una tradizione ormai consolidata, capace di attrarre sulla Basilicata un interesse  qualificato. 
Questa regione non è l'eterno serbatoio di petrolio e di acqua al servizio di interessi delle multinazionali o di chi, ancora peggio, non riesce a comprendere il ruolo significativo di una terra che attende una svolta. Ieri e oggi. Ma forse oggi più che in passato.  

lunedì 8 luglio 2013

PAPA FRANCESCO A LAMPEDUSA - IL CALICE DI LEGNO DEI MIGRANTI




"Perdono Signore" supplica Papa Francesco durante la messa celebrata davanti ai migranti, quelli appena sbarcati a Lampedusa e gli altri che non ci sono più perchè inghiottiti dal mare. Perdono per l'indifferenza, l'incuria, la superficialità degli uomini, singoli e rappresentati dalle nazioni spesso assenti, a fronte di una tragedia di cui forse non riusciamo ancora a valutare il significato e la proiezione nella storia.
Francesco scuote l'umanitá, invita credenti e non ad accogliere nel loro cuore il significato di una visita senza precedenti: è la chiesa nella sua universalità ad inchinarsi davanti al dramma di persone senza futuro.
Amaro calice,  fino all'ultima goccia, a prezzo di enormi sacrifici che i migranti bevono ogni giorno sulle carrette del mare in cerca di una briciola di vita. Quella vita  negata, privilegio di altre persone immerse nel benessere, in quelle stesse parti del mondo dove la disperazione s'impossessa di milioni di uomini e di donne. Di tanti bambini ai quali è negato il sorriso. Di mamme distrutte dal dolore e dalla paura.
Un evento storico,  ha definito la visita di Francesco il direttore del Corriere della Sera rendendosi conto che la chiesa è ad un svolta. Ma una svolta non solo per il popolo dei credenti, quanto  per l'umanità chiamata a fare i conti con gli squilibri al suo interno, con le mille ingiustizie. Con le tante ipocrisie dettate dal potere e dal denaro. 
Una visita umile che sconfigge qualunque grandezza, qualunque smania di potere e riporta il discorso alle origini della predicazione  di Cristo per le vie del mondo. 
Non è certo casuale che, nel bel mezzo del cammino dell'umanitá percorsa da contraddizioni indicibili e squilibri immani, sia giunto sulla cattedra di Pietro un uomo umile che racchiude in sè tanta sapienza e tanta saggezza da lasciarci attoniti. A Lampedusa Papa Bergoglio si chiede dove va il mondo, incapace di piangere su queste ed altre tragedie, travolto da una globalizzazione che impone di dimenticare, di non guardare. Finanche di non conoscere. Lo fa con i toni forti della sua schiettezza e della sua fede.
Non solo una visita, quella del Papa. Ma un invito a cambiare rotta, rivolto agli stati e alle nazioni. A chi davanti al dramma dei migranti preferisce guardare altrove. 

venerdì 5 luglio 2013

CONFCOMMERCIO PER UN TURISMO CHE DIA NUOVA LINFA


Biodiversitá e storia, ambiente e cultura: questa l'offerta rivolta al turista che giunge nel Parco nazionale dell'Appennino lucano da  fuori regione. Se non  proprio da fuori Italia, come è il caso di Joseph e Renate, due tedeschi che amano, forse più degli stessi lucani, le montagne del Sud.
Il convegno promosso a Potenza da Confcommercio, nell'ottica di un turismo motore di  sviluppo, guarda davvero lontano: si pone il problema di avviare concrete relazioni internazionali e di superare limiti e difficoltá di cui finora è stato disseminato il percorso verso un turismo di alto livello.   Non è certamente casuale che Confcommercio incroci Federparchi per dare slancio a numerose iniziative legate  alle  scelte dell'economia del Mezzogiorno: basti pensare che intorno ad uno stesso tavolo si trovano, ormai da tempo,  Azienda per la Promozione turistica, enti locali, comuni e realtá che contano. Maratea, ad esempio, ha lanciato un messaggio che consiste nella possibilitá di un uso, politicamente corretto e strategico delle risorse del territorio e della meravigliosa costa trovando la piena disponibilitá del presidente dell'Appennino, Domenico Totaro, a costruire un corridoio dal mare Tirreno fino alla Basilicata interna. 
Tema di tutto rilievo l' ormai prossima presentazione a Potenza del primo portale che mette in relazione scelte e obiettivi della Sila con quelli dei Parchi lucani. Altro che formidabile attrattore, commenta Totaro, mentre gli fanno eco le varie realtá legate a Confcommercio, un arcipelago dalle potenzialità davvero enormi, capace di mobilitare energie e risorse, fino al punto da disegnare un vero progetto di fare turismo in maniera concreta e innovativa rispetto al passato. Senza sprechi e con logiche diverse, sottolinea Fausto De Mare.
Certo, nuove strade si aprono, mentre il Presidente dei direttori d'albergo della Basilicata, Michele Tropiano, ritiene che si debba andare avanti, seguendo le scelte intraprese con il convegno di novembre scorso. Un momento di sintesi per avviare un dialogo con politica e istituzioni, gacchè su un punto c'è il massimo dell'intesa, vale a dire sulla necessitá di costruire riferimenti sicuri per le politiche alla base di uno sviluppo turistico davvero sostenibile. E la Carta del turismo (che il Parco dell'Appennino ritirerá a Bruxelles a fine anno) rappresenta in tal senso un riconoscimento autorevole delle capacità della Basilicata. Ma anche un banco di prova, inevitabile.